martedì 9 settembre 2008

Dieci anni volati via così; nel sole e nel vento nel sorriso e nel pianto

Storia mia e di Battisti

“Gli avevano diagnosticato un tumore al sistema linfatico, un linfoma non-Hodgkin. Morì dopo lunghi e inutili giorni di terapia intensiva, morì un mercoledì 9 settembre alle otto del mattino. A Molteno suonavano le campane a morto, erano per un signore di nome Lucio e che di cognome faceva Battisti.”

Morì in settembre, un mese che dava un titolo ad una sua canzone, quel ”29 settembre” che lo rendeva innamorato, di colpo, di una donna, correva al telefono e… “parlo, rido e tu, tu non sai perché, t’amo rido e tu non sai perché”.

1998, io avevo 14 anni, ma già sapevo un bel po’di Battisti, ricordo che lo venni a sapere dal telegiornale, all’ora di pranzo, rimasi come colpito, non era un cantante dei miei tempi, ma lo sentivo più contemporaneo che mai, le sue melodie, i suoi testi, quella voce afona, ma così coinvolgente, erano parte della mia vita; era morto, non avrei mai potuto sentire la sua voce dal vivo, ero triste, spento.

Ricordo che nei giorni successivi, la televisione mandò in onda tante canzoni di Battisti, interviste, le sue apparizioni alla RAI, concerti, come se solo perché era morto valeva la pena ricordarlo, ad un tratto tutti trovarono parole di elogio e di commemorazione per Lui, tutti avevano nel cuore almeno una canzone di Lucio.

Tra tanta ipocrisia, che in certe circostanze non manca mai, qualcosa di vero c’era, in molti avevano nella loro intimità una canzone di Battisti nel cuore, che aveva segnato un momento particolare della loro vita, un passaggio da immortalare, un ricordo da commemorare…

La prima canzone che ricordo di Battisti è “Fiori rosa fiori di pesco”, è la prima che ascoltai, ero poco più che un bambino, la ascoltai perché piaceva tanto a mio padre, che comprò un cd di Battisti, di quelli che si trovano a buon prezzo nei mercatini, e quel “…Scusa credevo proprio che fossi sola, credevo non ci fosse nessuno con te, oh scusami tanto se puoi, signore io chiedo scusa anche a lei, ma io ero proprio fuori di me”… mi incantò alle casse dello stereo, quella voce che in crescendo si rivelava commossa e incredibilmente angosciata dal pensiero che lei era ancora innamorata di lui, mi rendeva scosso e affascinato, avevo “capito” la sua voce.

Le canzoni più conosciute di Battisti sono quelle del tipo Dieci Ragazze o Acqua Azzurra Acqua Chiara, che si, sono molto famose perché simbolo di Hit Parade degli anni ’70, ma per me rappresentano il Battisti più commerciale, quello sulla bocca di tutti, non il “mio”, quello che cantava sottovoce facendosi scorrere le note addosso, quello che con la voce era disperato dall’idea che quella casa era da bruciare…”la poltrona a fiori è vecchia ormai, quello strappo è da cucire, ho la barba lunga come tu la vuoi ed ho voglia di morire”…

Me lo diceva sotto voce, era un colloquio, tra me e lui, ho avuto anch’io la voglia di morire per un attimo, proprio lei che invece dura in eterno; io che la barba invece la volevo tagliare sempre perché a lei non piaceva, “come tu la vuoi”, disposto a chi sa cosa per cercare un contatto, anche il più innocente possibile…”Vendo casa” era il titolo di questa superba melodia, impreziosita da parole pesanti che toccavano l’anima; vendo casa come per dire vendo la mia anima pur di ritrovarti…

Ho amato quel Battisti, che tradiva per sesso e per amore e che disperato a voce urlata chiedeva di “Anna”, ma che poi chiedeva alla sua compagna di vita cosa restasse di lui…”Cosa resta di me, io che parlo con te, io che parlo con te di Anna”…lo chiedeva umilmente, lo chiedeva a chi era stato tradito, a chi aveva fatto del male, a chi però era l’unica che potesse capirlo ancora una volta.

…Già, chi oggi è disposto a capirti anche sei fai un cazzata, o meglio chi è disposto a capirti anche se hai sbagliato di brutto, chi è disposto a darti un’altra opportunità….?

Lui l’ha data, quando invece che farlo, subisce il tradimento, la definisce “Comunque bella”, perché tale era lei davanti a lui, ancora bella nonostante una notte d’amore con un altro…”Anche quando un mattino tornasti vestita di pioggia, con lo sguardo stravolto da una notte d’amore….(siediti qui…non ti chiedo perdono perchè tu sei un uomo)….coi capelli bagnati (so che capirai), con quei segni sul viso(mi spiace da morire sai), coi tuoi occhi arrossati…mentre tu mentivi e mi dicevi che, ancora più di prima tu amavi me…tu eri bella…comunque bella”

Trovo in questa canzone tutto l’orgoglio di un uomo che chissà, forse riesce a perdonare per amore, perché senza di lei non c’è poi molto altro, perché delle volte forse bisogna solo perdonare…

Sento mio quel testo drammatico, forse il più forte che abbia mai ascoltato, quello dell’amore senza confini, che neanche la morte può spezzare, quell’amore che forse non esiste, che forse non è giusto, ma che se mai dovesse compiersi produrrebbe quell’eterno a cui non abbiamo accesso. “Respirando, pensieri un pò nascosti mentre prendi il sole, ti stai accorgendo che un uomo vale un altro sempre no non vale, respirando più forte ti avvicini al mare, stai piangendo ti entro nel cervello e ti raggiungo al cuore, proprio in fondo al cuore, senza pudore, per cancellare anche il più nuovo amore”, lei si ucciderà proprio come lui, per raggiungerlo, per amarlo di nuovo…è proprio questo l’amore? E’ questo il messaggio che volevi darmi? Quando si ama si ama fino alla morte?

So che sarebbe bello in fin dei conti, la tua vita sarebbe veramente compiuta…”tu a me uguale”…

Battisti ci ha dato forti colpi al cuore, ci ha dato da riflettere, mi ha dato un senso a delle giornate senza storia, senza un fine, mi ha detto che “Anche per te vorrei morire ed io morir non so, anche per te darei qualcosa che non ho e così e così e così…io resto qui a darti i miei pensieri a darti quel ieri avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi…al vento avrebbe detto si…” Si perché se faccio qualcosa è per te che ancora non ci sei, o che ci sei ma che non sai che lo faccio per te…lo faccio quotidianamente per chi mi sta vicino, un sorriso, uno sguardo, un rimprovero un’incazzatura, tutto ha un senso, o semplicemente lo si fa senza motivo apparente, lo si fa perché lo si deve. Perché amare è un’insieme di comportamenti capibili e non…

Mi sono sempre chiesto come siano i giardini in marzo, quei giardini in cui Battisti ci descrive i nuovi colori e i nuovi amori pronti a sbocciare in un mese in cui la natura rinasce e dove in ogni vita giunge quel momento per quella scelta; quella scelta che esula dalla quotidianità, dalla routine giornaliera. E’ la decisione della vita, dove nonostante le paure tocca scegliere, dove è il momento di vivere con te…”Che anno che è che giorno è, questo è il tempo di vivere con te, le mie mani come vedi non tremano più e ho nell’anima in fondo all’anima cieli immensi e immenso amore e poi ancora ancora amor per te, fiumi azzurri e colline e praterie, dove corrono dolcissime le mie malinconie, l’universo trova spazio dentro me, ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è…”

Il coraggio di vivere…già può essere tutto e niente eppure è così indecifrabile il senso di queste parole che le rende ancora più affascinanti, ma lei la sua lei, sarà “attrice di ieri” ,“se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori”…lo farà, il coraggio di vivere gli dirà che è il tempo di vivere con lui, nonostante tutto…nonostante non si sia mai pronti…

Ecco Battisti mi dice tutto questo, le mie malinconie sono reali, sono giustificate, da quello che sento…non esagero…

D’altronde “che non si muore per amore è una gran bella verità”, ma quando si è tristi non si può nulla, “ e se ritorni nella mente basta pensare che non ci sei, che sto soffrendo inutilmente”…Battisti piange, piange perché nulla puoi fare, ne dormire, ne lavorare, ne vivere… ” Io vivrò senza te”; si prefigge questo, come, non lo sa spiegare, forse perché non c’è un modo preciso, perché ognuno poi riesce come può, forse perché qualcuno non ci riesce…

Già tornare a vivere, tornare ad amare, tornare ad essere qualcosa in comune con lei…”il ricordo come sai non consola, senza ali tu lo sai non si vola… io quel di mi trovai per esempio, quasi sperso in quel letto così ampio, stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei, io la morte abbracciai, ho paura a dirti che per te, mi svegliai…come può uno scoglio arginare il mare…anche se non voglio torno già a volare…” ritorna a sognare proprio perché qualcuno torna a dare amore, speranza, e nulla potrà impedirci ancora di sperare, di tornare a volare qualche metro sopra la terra…

Crederò ancora all’amore, questo è il messaggio che voglio cogliere qualunque siano le batoste, qualunque sia la posta in palio…

Penso che poi oggi invece sono poca cosa, sono prevalentemente qualcosa in potenza, indefinito ancora pronto a dare, già pronto a ricevere, oggi sono solo “Pensieri e Parole” sono tanto in attesa di cominciare la vita…”la paura d’esser preso per mano che ne sai, (l’amore mio) che ne sai di un ragazzo per bene (è roccia ormai) che mostrava tutte quante le sue pene ( e sfida il tempo e sfida il vento e tu lo sai) la mia sincerità per rubare la sua verginità (si tu lo sai) che ne sai”.

Che ne sai di me, di quello che provo, di quello che sento, non ho avuto modo di dimostrartelo, non sono mai stato me stesso…”che ne sai di un ragazzo che ti amava che parlava e niente sapeva eppur quel che diceva chissà perché chissà, adesso è verità…cara non odiarmi se puoi…” Davanti a te non ci sono più io, non ci sono mai stato, rimarrà un qualcosa senza senso, qualcosa vissuto pienamente solo nell’immaginario…ma Battisti chiede perdono, lo chiederei anche io, ma a chi…ho dato solo quel che potevo…molto poco, perché poco era richiesto… ma penso sempre a quello che sarebbe stato, è normale è umano…non sono contento così, ma accetto tutto, è giusto così…la felicità è nel vedere essere felici chi conta nella tua vita, anche a scapito della tua…questo è un senso che voglio trovare…che ho trovato…e che non so se riuscirò mai ad accettare.

C’è una bella favola che canta Battisti, molto più allegra e meno malinconica delle altre…il testo più o meno recita così…”occhi azzurri belli come i suoi Linda, forse non li hai ridi sempre non parli mai d’amore, però non sai mentire mai, bella sempre, dolce come lei, Linda forse tu non sei, tu non dici che resti insieme a me, però non mi abbandoni mai, tu non mi lasci mai, ti cerco e tu e tu ci sei, ti cerco e tu mi dai quel che puoi non fai come lei no non fai come lei…”

E’ la semplicità dell’altro amore, quello che non si nasconde dietro frasi complicate, dietro regali folli o dietro maschere illusorie…è l’amore sincero di due persone che stanno “solo” bene insieme, non fanno proclami, ne amore eterno, ne folle sentimento…una storia, un vivere tutto d’un fiato…perché l’amore è anche questo…

L’amore nelle canzoni di Battisti si respira nell’aria, è tremendamente reale, scene possibili, situazioni che possono accadere, o simili ad accadimenti che ci riguardano da vicino; oppure sono solo storie che ci fanno sognare un po’, che ci fanno sperare che anche noi un giorno, potremo cantare a bassa voce un motivo che ci emoziona perché si è avverato quel sogno…

“…L’esistenza un volo diventò per me, e la stagione nuova dietro al vetro che appannava, fiorì, tra le tue braccia calde anche l’ultima paura morì…io e te, vento nel vento, io e te, nodo nell’anima, stesso desiderio di morire e poi rivivere io e te…”

Perché abbiamo paure, noi siamo tremendamente fragili, insicuri, spesso non ci fidiamo, abbiamo bisogno dell’altra metà che ci dia coraggio che ci comprenda che ci faccia sentire importanti, che ci dia responsabilità…che ci dia un po’ d’affetto…che ci renda speciali, anche solo per un po’…

Ci sono poi canzoni diverse, canzoni che mi dicono che alla fine tra separazioni, ritorni e addii, qualcosa di positivo rimane, non tutto quello che facciamo può essere giusto, ma alla fine se si usa il cuore i conti tornano…”La nebbia che respiro ormai si dirada perché davanti a me un sole quasi bianco sale ad est…piccoli stivali e sopra lei, una corsa in mezzo al fango e ancora lei poi le sue labbra rosa e infine noi… e ascolto te il passo tuo il tuo respiro dietro me…a te che sei il mio presente a te la mia mente e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri per lasciar solo il posto al tuo viso che come un sole rosso acceso arde per me…”

L’amore è il sole che ci rende vivi, è la luce che ci guida nei momenti difficili, è qualcosa di unico che quando capita rende a colori qualsiasi scenario…è quella luce che ci permette di non avere paura del buio, e anche a chi come me ne ha, da la speranza di addormentarsi senza paure fino a quando non avrò più timore di restare solo.

Potrei continuare ancora per molto, potrei parlarvi di ancora chissà quante canzoni, ma preferisco fermarmi a queste che sono quelle che più mi rappresentano, che più ho sentito mie…

Concludo questo piccolo viaggio dentro me con quella che è un po’ un simbolo, racchiude sentimenti, orgoglio, passioni, speranze, sogni, cadute, felicità…il testo ve lo riporto tutto perché possiate provare con me anche solo qualche brivido di quello che sento io…

Provo gioie, come Te, provo tristezza come Te, provo passione come Te, provo dolore come Te…provo Emozioni…come Te!

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perche' quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se poi e' tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni
Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del piu' e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa
E prendere a pugni un uomo solo
perche' e' stato un po' scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
e' dentro me
ma nella mente tua non c'e'
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni…


Battisti se n’è andato così d’improvviso, alla fine mi ha detto che con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante squallore, mi ha detto che vibra dentro ogni voce sincera e il suo, come il mio discorso, quello più bello e più denso, lo esprime con il silenzio il suo senso…Tante cose son rimaste da dire, ascolta sempre solo musica vera e cerca sempre se puoi di capire…

Cercate sempre se potete di capire…altro non ci è concesso…Grazie Lucio